Il Vecchio Faro (Colle Cappuccini)

-di Marco Baldinelli-


Come inizio del 2002 vorrei trascorrere questa mattinata dal sapore primaverile tra natura e storia. Decido di di uscire e, arrivato nei pressi della caserma Villarey. percorro la strada che stretta stretta sale verso il campo degli ebrei. Ancora ricordo la prima volta che la percorsi,quando, circa 10 anni fa,vedendo il faro dal porto, decisi di scoprire il modo  per raggiungerlo.
 


Ora è tutto cambiato! Chi come me conosce già questa zona ricorderà che un tempo era una zona militare (in parte inaccessibile) quindi non si poteva oltrepassare le mura del Colle Cappuccini.

L'atmosfera era insolita...il campo degli Ebrei, incolto, lasciava intravedere le lapidi; i vecchi edifici militari erano sommersi dal verde tutto ciò dava l'impressione di un posto dimenticato da tutti, quasi come fosse un mondo a sè.
 


In seguito sono state prese delle iniziative per migliorare le condizioni di questo luogo, ma lo splendore e la magia che lo caratterizzano rimarranno immutate.

Da qualche anno non è più considerata zona militare tranne quel piccolo fazzoletto di terra che circonda la torre del fanale e il nuovo Faro.

Entrando all'interno delle mura, arrivati al primo tornante, ci si trova ad assistere ad uno scenario insolito: un grande edificio Militare a ferro di cavallo con al centro l'asta per la bandiera. Oggi la bandiera non c'è più ma sono sicuro che quell'asta ha portato per tantissimi anni alto il tricolore dell' Italia.

Salendo ancora fino al piazzale si può ammirare un panorama indimenticabile; sulla destra il mare che via via scompare dietro il monte Cardeto, dall'altra parte, la torre del vecchio faro .

E' lì da sempre. Costruito nel 1860 per volontà di PIO IX e dismesso negl'anni 70, ha dato la luce alla città di Ancona per più di cento anni per poi essere sostituito dall'attuale Faro.


Arrivato in fondo alla strada mi siedo sulla balconata in mattoni e pietra dove una volta erano schierati i cannoni a difesa della città.

ll vecchio Faro riaperto recentemente al pubblico è lì pronto a far rivivere le sensazioni di altri tempi.


Scelgo di discendere la vecchia strada chiamata "Via del Faro".

Ripenso ai racconti della signora Alba, figlia di uno dei due fanalisti che abitarono nel vecchio Faro fino alla sua chiusura.

Mi disse che una volta, appena costruiti gli alloggi per i fanalisti (oggi in parte demoliti), non vi era acqua e bisognava andare a prenderla altrove percorrendo proprio questa strada.

Questa era una delle peggiori punizioni che i suoi genitori a volte davano a lei o ad uno dei suoi fratelli quando commettevano delle marachelle.

E' giunto il momento di andare ma, voltando le spalle al Faro avverto  già il desiderio di trascorrere un'altra giornata immerso in queste meraviglie. 


Marco Baldinelli

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